Parigi City Guide

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Paris City Guide

Tornare da Parigi è come svegliarsi da un piacevole sonno durante un pomeriggio estivo. Non siamo sicuri di cosa sia accaduto, ma sentiamo ancora sulla pelle la sensazione, incredibilmente vivida, di aver sperimentato attimi di inaspettata serenità in luoghi unici, seppure indefiniti.

Indefiniti e indefinibili, aggiungerei, il che non fa che arricchire il bagaglio di esperienze, suggestioni, incontri, possibili solo nella Ville Lumière, in quel connubio di culture antiche e contemporanee, dalla banlieue al cuore pulsante dell’Île de France, respingenti e aggressive, o ammalianti e, talvolta, fin troppo mistificate.

Impossibile non amarne le contraddizioni, rifuggendo da quel tipo di turismo monotono e unidirezionale che vorrebbe vedere solo il cliché in quell’ammasso seducente di tradizioni e predisposizione a ribellarvisi che fa respirare di vita propria la capitale francese.

Se scendiamo fino ai sotterranei della metro – una delle più antiche d’Europa, che tanto aveva affascinato Umberto Eco nel romanzo Il pendolo di Foucault – troviamo una realtà che testimonia l’ansia di innovazione dei parigini, che dalla fine dell’Ottocento si distinguono per le idee all’avanguardia e apertura verso le nuove tecnologie che iniziano a formare una città diversa, che esalta o annichilisce i poeti, gli artisti e gli intellettuali.

Ciò che più rimane, souvenir del soggiorno francese, è quella vitalità che ne caratterizza il ritmo vorticoso, tuttora capace di sorprendere. Come si dice: “Parigi val bene una messa”.

Famelica di apprezzamenti, spietata con chi la prende alla leggera – come testimonia la Sindrome che dalla città prende il nome – ricca di tesori nascosti, Parigi è uno di quei luoghi che si alimentano di novità, arte in ogni sua forma e ricerca di immortalità, a volte conseguita, altre no.

I grandi nomi che hanno reso le gallerie, le ville cittadine e le sedi degli attuali musei i teatri di una nuova sensibilità, costellano numerosi tutto il territorio, arrivando fino ai giorni nostri attraverso una grande esibizione di visionarietà, determinati a lasciare il segno, pur in tempi frenetici e allo stesso tempo effimeri.

Quando e come partire

Il periodo migliore per visitare Parigi è la primavera, in alternativa anche il periodo tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno (vicino alla Paris Fashion Week), quando le temperature sono perfette per girare la città soprattutto a piedi – o in bicicletta, come insegnano le parigine.

Detto questo, anche a Natale Parigi regala spettacoli unici, con vetrine sfavillanti, decorazioni e luci meravigliose.

Un modo molto comodo per viaggiare, se si vogliono evitare i classici voli (e i conseguenti spostamenti dagli aeroporti Parigi Charles de Gaulle, Orly e Beauvais) è quello di fare un biglietto per il treno diretto che parte da Milano e arriva alla Gare de Lyon.

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Foto di Marina Vitale (Unsplash)

Parigi: cosa vedere

Lo sguardo non può non salire, mentre si passeggia sui grandi boulevards parigini, ai terrazzi dei palazzi signorili che punteggiano tutta la città: angolini di verde che i francesi sanno sfruttare al meglio, per avere un’altra prospettiva dal proprio arrondissement mentre si assapora un bicchiere di buon vino e si parla di letteratura, arte e poesia.

La Parigi bohémienne si sveglia di notte e prende vita nei quartieri di Montmatre e Pigalle, lasciando spazio ai sognatori, come i protagonisti dell’omonimo film di Bertolucci, ai sonnambuli e a chi, come Rousseau, ama passeggiare di notte e osservare la luna dai punti panoramici più alti.

Non solo musei: Parigi è ricca di posti straordinari, fra i quali gallerie, botteghe, ristoranti che da fine Ottocento animano la scena culinaria, bistrot, ville e parchi.

Sta a chi visita scegliere il proprio itinerario, a seconda che si voglia dedicare alla cucina, all’arte, alle degustazioni di vini o a rincorrere la storia che da secoli rende la Ville lumière una delle più affascinanti mete europee.

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Le bancarelle di libri e stampe lungo la Senna. Foto di Roman Kraft (Unsplash)

Arte, Musei e luoghi unici

Sono nombreaux i musei francesi imperdibili, per un motivo o per l’altro. Oltre al Louvre e al Centre Pompidou, ecco qualche consiglio.

Si dice Impressionismo e la mente va subito ai capolavori custoditi al Musée d’Orsay o, forse, alle pareti ellittiche del grandioso Musée de l’Orangerie, con le tele di un Monet sempre più visionario e lontano dal vero. Ma oltre a queste due istituzioni, ci sono dei posti che richiamano l’ambiente parigino a loro legato: quello tra fine Ottocento e inizio Novecento, caratterizzato da spinte differenti, non solo nel campo dell’arte.

Se Monet è una delle ragioni del vostro viaggio in Francia una delle mete più interessanti e ancora poco frequentate, se confrontate con i musei citati prima, è sicuramente il Musée Marmottan Monet. Da non perdere i dipinti dedicati alle Ninfee del fondatore dell’Impressionismo e le opere della pittrice Berthe Morisot.

Merita una visita anche la Collezione Pinault, all’interno della Bourse de Commerce, in un quartiere che ha tanto da offrire, fra negozi vintage o friperiecaves e ristoranti.

Imperdibile il Musée Rodin, dove i capolavori di un Maestro del bronzo dialogano con la natura, in perfetta sintonia di intenti.

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Gli interni del Louvre. Foto di William Krause (Unsplash)

Dove alloggiare

Nel film Love in the afternoon (Billy Wilder, 1957) Audrey Hepburn frequenta l’Hotel Ritz, nella scenografica Place Vendôme, che rimane un punto di riferimento classico e senza tempo.

Tuttavia, per alloggiare a Parigi, oltre a studiare il proprio soggiorno in hotel può essere interessante scorrere fra le pagine di Airbnb, dove si trovano appartamenti loft in quartieri vivaci e piacevoli, come Le Marais e Montmatre.