L’Antico setificio fiorentino: visita al prestigioso atelier di Firenze

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L’antico setificio fiorentino:
visita nel cuore del Made in Italy

Nel cuore di San Frediano non si fermano in molti: la domenica mattina gli habitués del caffè mattutino scendono dalle proprie abitazioni per salutare il nuovo giorno come da consuetudine, con un caffè, in compagnia degli amici di una vita, dei compagni o familiari.

Non è fatta per i turisti questa zona quasi decadente, che degli anni Settanta ha come conservato lo spirito ribelle e compiaciuto di non essere alla portata dei primi sprovveduti con una macchina fotografica al collo. Lo dicono le strade, poco frequentate e dai passi irregolari, le attività chiuse e la quasi mancanza di attrazioni turistiche, almeno sulla superficie.

A ben guardare, però, si iniziano a notare alcuni dettagli che sono in grado di comunicarci una bellezza diversa, più difficile da cogliere rispetto a quella immediata di Piazza della Signoria e del Duomo.

Addentrandosi dal Lungarno, proseguendo oltre Santo Spirito (dove è conservato uno dei primi capolavori moderni dell’arte fiorentina tra Medioevo e Rinascimento, ovvero il ciclo di Masaccio e Masolino), le trattorie e le case circondate dal verde, ci si ritrova in uno di quei luoghi di Firenze in cui le idee più meravigliose si mescolano a un passato fatto di tradizione e segreti che si tramandano di generazione in generazione.

Come per Salvatore Ferragamo, il calzolaio dei sogni, anche qui ci troviamo di fronte a una delle realtà d’eccellenza del Made in Italy, il cui ruolo si intreccia, letteralmente, alla storia della città e alla sua identità.

L’Antico Setificio Fiorentino ci accoglie, in occasione di Apriti Moda, per una visita alla scoperta dell’arte della seta.

Foto di Giulia Frigerio

L’antico setificio fiorentino: la storia

Appena varcata la famosa porta rossa del setificio si è sopraffatti da un’aura che ha in sé qualcosa di sacro, come se ci trovassimo lì per un fortunato sbaglio, senza permesso. Tesi ad ascoltare i telai che filano poche raffinatissime migliaia di metri l’anno, per una clientela esigente ed esclusiva, siamo accompagnati, stanza dopo stanza, a osservare le tappe della produzione e i suoi preziosi prodotti.

Lucenti fili d’oro tramutati in argento compongono la struttura di alcuni tessuti, mentre di altri a colpire è la varietà degli intrecci, delle fantasie, dei colori sgargianti in contrasto tra loro, della stessa bellezza degli abiti sontuosi immortalati da Bronzino nei suoi ritratti.

Sin dai tempi di Via dei Tessitori, dove il setificio aveva con ogni probabilità una prima sede, la precisione della tecnica si mescola al gusto per gli ornamenti raffinati e ricchi, che in una molteplicità di forme e sfumature si sviluppano sulle sete più preziose, rievocando gli splendori delle corti orientali che già da Marco Polo affascinavano l’Occidente.

Foto di Giulia Frigerio

L’antico setificio a Firenze: esotismo, reverie e tradizione

L’artigianato d’eccellenza che proviene dai telai dell’Antico setificio fiorentino posa su solide basi, conoscenze e metodi impeccabili per ottenere il meglio da tessuti di altissima qualità, che un tempo venivano importati direttamente dal Brasile. Questo bagaglio di saperi è lo stesso da secoli, con le dovute innovazioni, così come lo spirito di chi lavora nella grande famiglia del setificio, che apprende, giorno dopo giorno, aspetti nuovi del proprio mestiere che applica e custodisce attentamente.

Macchinari dell’Ottocento in un ambiente per pochi autorizzati, una cerchia ristretta di artigiane e artigiani, che custodiscono preziosi segreti e lavorano in simbiosi, seguendo il processo dall’inizio alla fine e talvolta scambiandosi di ruolo. Tutti sono in grado di fare tutto, questo è un altro dato a dir poco interessante, poiché la meccanizzazione e l’automazione sono completamente banditi dal setificio.

Lavorare secondo ritmi umani, laboriosamente ma senza arrendersi ai tempi frenetici della macchina, impiegare più tempo nella cura dei dettagli, nella scelta di ogni elemento da incorporare, controllando disegni, filari, trecciati e ogni più piccola parte con estrema cura: tutto questo concorre nel dare gli eccellenti risultati di una delle realtà del Made in Italy più note e apprezzate in tutto il mondo.

Foto (e copertina) di Giulia Frigerio